Fabio Albini su La voce del popolo - 17 marzo 2006

Abbiamo sempre bisogno del padre

L'assenza del padre nella società contemporanea

Paolo Ferliga, psicologo analista di formazione junghiana e docente di Filosofia e Storia al Liceo classico Arnaldo di Brescia, nel suo libro “Il segno del padre”, mette in evidenza come nell'epoca contemporanea  l'immagine del padre, di quello terreno, ma anche di quello celeste, sia divenuta sempre più rarefatta, tendendo a scomparire dalla vita della comunità e generando nei figli un vuoto spesso incolmabile.

L'autore afferma che oggi "sembra che il padre sia una figura dispensabile, di cui sia possibile fare a meno. Anche a livello teorico il suo ruolo è fortemente sottovalutato, come si può constatare dallo scarso numero di pubblicazioni che gli sono dedicate". Il padre scompare dalla vita dei figli a causa dell'organizzazione del lavoro della società industriale che lo tiene lontano per buona parte della giornata e della settimana e scompare il suo ruolo di educatore e di formatore, ruolo che viene preso in carico sempre più dalla scuola, dove la presenza maggioritaria tra gli insegnanti è quella femminile, mentre quella maschile tende a scomparire: "si comprende la gravità della situazione se si riflette sul fatto che la presenza di figure maschili accanto a quelle femminili ha sempre favorito nella scuola i processi di identificazione degli adolescenti, indispensabili per la loro crescita psicologica" (p.29).

Privi della figura paterna i figli si trovano disorientati, e fanno fatica ad entrare nel tempo della storia e della vita, non crescono e restano degli eterni adolescenti.

La via dell'acqua: il confronto con l'inconscio

Quando però un simbolo come quello del padre si indebolisce e sembra svanire dalla vita cosciente, viene sempre sapientemente conservato dall'inconscio ed è proprio nell'inconscio che l'autore ci vuole condurre, non solo nell'inconscio personale, ma anche e soprattutto nell'inconscio collettivo, dove vivono gli archetipi, cioè i contenuti psichici legati all'esperienza universale dell'uomo, comuni quindi ad ogni uomo. Con l'ausilio del pensiero di Carl Gustav Jung (1875-1961), fondatore della psicologia analitica, è necessario fare un viaggio, seguendo la via dell'acqua  cioè "la via dell'anima che cerca il padre perduto" (Jung), per ritrovare l'archetipo del padre operante ancora oggi: nei miti e nei sogni, nei testi sacri, nella poesia, nelle arti figurative, ma anche nei deliri, nelle nevrosi e nelle patologie, è proprio in questi "luoghi", secondo l'autore, che bisogna cercare l'archetipo del padre, dove agisce  ancora come una  vera e propria immagine-guida, in grado di aiutare uomini e donne a dare un senso al proprio destino.

L'assenza dell'archetipo del Padre genera mostri

È indispensabile quindi ritrovare l'immagine del Padre, assieme alle altre immagini elencate sopra, perché essa, se opportunamente accolta, interrogata e seguita nei sogni (che sono il luogo psichico per eccellenza dove gli archetipi affiorano dall'inconscio), è in grado di aiutarci nel difficile cammino lungo il percorso della vita.

Questo perché il disorientamento dei giovani, la loro adolescenza prolungata, il diffondersi di sindromi depressive e di disturbi dell'alimentazione, la ricerca del pericolo ad ogni costo, l'autolesionismo sempre più diffuso, gli omicidi commessi all'interno della famiglia, la disperazione e la violenza dimostrano, secondo l'autore, come la mancanza di relazione della coscienza con l'archetipo paterno priva il giovane di quel principio di ordine interno che gli permette di crescere in modo armonico. Molto importante per ottenere un equilibrio è anche il rapporto che si instaura con il lato oscuro dell'archetipo del Padre, infatti ogni archetipo per Jung, possiede due facce una luminosa e una tenebrosa, e vanno accettate entrambe, perché il rifiuto dell'una o dell'altra può portare addirittura alla follia. L'accoglimento della parte oscura dell'archetipo del Padre, aiuta a saper accettare la realtà della vita che non è fatta solo di bene o solo di male, ma da una commistione delle due cose, ineliminabile dalla vita.

Le funzioni del padre

Il padre, inoltre, nei confronti del figlio, esercita tre fondamentali funzioni che, se esercitate a pieno, possono evitare i disastri che abbiamo visto sopra.

"La prima consiste nel separare i figli dalla madre. Si tratta di infliggere loro una ferita, dolorosa ma indispensabile per aiutarli ad uscire dal mondo del bisogno e della dipendenza", per liberarli dal complesso di Edipo (per cui il figlio ama la madre e prova ostilità nei riguardi del padre in quanto vede in lui un ostacolo per un rapporto esclusivo con lei).

"Solo in questo modo si apre lo spazio psichico e diventa possibile per ciascuno sviluppare un progetto di vita personale. La seconda funzione consiste nell'introduzione dei figli nella società, nell'aiutarli  a formarsi una immagine pubblica che risponda alle esigenze più autentiche e sappia commisurarle alla realtà, la terza funzione  è quella di aprire i figli al mondo dei valori morali e spirituali, per rendere la vita meritevole di essere vissuta" (pp. 154-155) ed, infine, è fondamentale che in questa opera il padre effettui un distacco dei figli anche da se stesso, li deve lasciare andare.

A questo punto si spiega il titolo del libro: "il segno del padre", infatti la ferita che il padre deve infliggere al figlio per renderlo più forte, una vera e propria iniziazione alla vita, è il segno distintivo del padre. "La ferita del padre mette così fine allo stato di innocenza del figlio, lo apre all'esperienza del tempo e della morte, al male che pure c'è nel vivere, ma anche all'amore e alla gioia. Lo aiuta in questo modo, a diventare più profondo, più maturo, a iniziare il cammino che lo porterà a diventare se stesso" (p. 197).

Verso la fine dell'opera l'autore, riassumendo il percorso compiuto, dice: "Siamo partiti dall'assenza del padre nell'epoca contemporanea e dalla parallela scomparsa dello spirito, dal loro sprofondare nell'inconscio. Dal vuoto che ne deriva, dalla sofferenza dei figli e delle figlie, dal rischio che il mondo vada 'fuori di sesto'. Nei sogni, nei miti, dietro ai complessi delle nevrosi abbiamo incontrato, percorrendo la via dell'acqua, l'archetipo del Padre e ne abbiamo riconosciuto il valore terapeutico. Abbiamo visto l'importanza che riveste nei figli la presenza e l'iniziazione del padre" (p. 225).

Fabio Albini

Paolo Ferliga

Il segno del padre - Nel destino dei figli e della comunità

Moretti & Vitali, Bergamo 2005, euro 16,00