Dora Kalff e il gioco della sabbia come terapia
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Brevi note sul gioco della sabbia come terapia psicologica, creato da Dora Kalff
Il gioco con la sabbia e con l’acqua è un’esperienza primaria del bambino, un’esperienza sensoriale che gli procura grande piacere. Toccare la sabbia e impastarla con l’acqua lo diverte e nello stesso tempo lo aiuta a sviluppare la sua fantasia e la sua creatività. Sulla spiaggia e in riva al mare il gioco è particolarmente bello. Ma anche in un giardino o in un cortile è possibile giocare con la terra e con l’acqua. Persino nella neve i bambini piccoli si divertono con secchiello e paletta e in casa possono impastare la farina con l’acqua, giocando a fare i cuochi. Margaret Lowenfeld ha valorizzato questa esperienza primaria dei bambini trasferendola nell’Istituto di psicologia infantile di Londra e assegnandole un valore diagnostico e terapeutico per bambini con disturbi di tipo psicologico e caratteriale.
In seguito alla pubblicazione nel 1935 del suo libro Wordl Techniques; Play in Chilhood il suo metodo venne chiamato “Tecnica del mondo” e si diffuse presto in Europa. Nel 1956 Dora Kalff (1904-1989), allieva e amica di Jung, partecipa a Zurigo a una conferenza della dott.sa Lowenfeld e ne viene talmente colpita da recarsi a Londra per approfondire la conoscenza di questo metodo. Nelle mani di Dora Kalff il gioco della sabbia però si arricchisce e sviluppa tutte le sue potenzialità terapeutiche, grazie alla sua conoscenza del pensiero di Carl Gustav Jung e alla sua passione per la filosofia e le religioni orientali. Dalla Kalff vengono accompagnati bambini con disturbi diversi. Per stare ai casi illustrati nel suo libro: nevrosi d’angoscia, arresto nell’apprendimento, simbiosi con la madre, enuresi notturna, arresto nello sviluppo del linguaggio, incapacità di leggere…
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Il gioco della sabbia come terapia si è oggi diffuso in diversi paesi del mondo anche grazie alla nascita della International Society for Sandplay Therapy che riunisce diverse Società nazionali: Italia, Canada, Germania, Giappone, Inghilterra/Irlanda, Svizzera, Usa.
Nella casa di “Zur Hinder Zuenen 85” a Zollikon (Zurigo), il figlio Martin Kalff, continua il lavoro della madre reinterpretandolo in modo personale, originale e creativo. Attorno a lui si riuniscono terapeuti provenienti da diversi paesi del mondo che si confrontano sui risultati e sui problemi che emergono dal gioco della sabbia. L’atmosfera del luogo, la dolcezza e l’energia di Martin, l’ospitalità di sua moglie rendono questi incontri particolarmente fecondi per chi ha la fortuna e la possibilità di parteciparvi.
Bibliografia
Dora M. Kalff, Il gioco della sabbia e la sua azione terapeutica, Edizioni OS, Firenze 1974
Claudio Risé, Development of the Masculine in Sandplay, "Journal of Sandplay therapy", vol. III, n°1, Fall 1993
Claudio Risé, Man's violence in Sandplay, "Journal of Sandplay therapy", vol. IV, n°1, Winter 1994
Joel Ryce-Menhuin, Il gioco della sabbia. La terapia delle meraviglie, Edizioni Magi, Roma 2004
Ruth Amman, Sandplay: Immagini che curano e trasformano, La biblioteca di Vivarium, Milano 2000
Ezia Palma, La stanza della sabbia: una caso clinico di sandplay therapy, Morgana edizioni, Firenze 2009
Paola Rocco e Anna Sanpaolo (a cura di), L'analisi con il gioco della sabbia, Franco Angeli, Milano 2012
Martin Kalff, Experience related Case Study: like e masked ball?, Relazione al 22° congresso della ISST, Venezia agosto 2013