Padri di fronte all'aborto
Non ascoltare la voce del padre nel momento della scelta comporta conseguenze gravi per entrambi i potenziali genitori: per la donna che viene lasciata sola di fronte alla scelta e spesso anche al dolore e al senso di colpa che ne conseguono, ma anche per l’uomo: il padre infatti, nel momento in cui viene escluso dal movimento vitale che ha contribuito a iniziare, viene mutilato e ferito nella sua potenzialità creativa.
AA. VV. Quello che resta. Parlare dell’aborto partendo dall’aborto, a cura dell’Associazione “IL DONO onlus”, Ed. Vita Nuova, Verona www.il-dono.it
16 ragazze e un ragazzo che testimoniano la loro esperienza personale. Psicologi, medici, psichiatri e giornalisti: Ester Palma, Francesco Agnoli, Serena Taccari, Dario Casadei, Pier Luigi Righetti, Tiziano Maggino, Diletta Pieri, Claudia Ravaldi, Paolo Ferliga, Elena Vergani.
Contenuti “Quello che resta” denuncia l’urgenza di affrontare il problema dell’aborto, partendo dall’aborto. Partendo dalla donna. Questo libro mette in luce una volta per tutte, senza ipocrisie, la conseguenza drammatica della donna che decide di interrompere volontariamente la gravidanza. Paura, solitudine, sofferenza, illusioni ed un dolore profondo che non dà tregua e non passa nemmeno a distanza di anni.
Psicologi, medici, psichiatri, mettono a disposizione la loro esperienza professionale per “spiegare” questo dolore e aiutare la donna ad attraversare il lutto perchè diventi un cammino verso la redenzione, la rinascita, il perdono. Un libro che coinvolge il lettore per il suo stile diretto, per il tema scottante e perchè a raccontarsi sono proprio le donne con le loro testimonianze, al di là della politica e del credo religioso.
Paolo Ferliga, Padri di fronte all'aborto
Le testimonianze che compaiono in questo libro, parlano del dolore e della sofferenza delle donne sia prima che dopo l’aborto. È un dolore che compare anche nello studio dello psicoterapeuta, riattivato dai sogni che le donne raccontano. Spesso l’interruzione volontaria di gravidanza è stata affrontata in anni ormai lontani, in giovane età, ma i sogni arrivano più avanti, talvolta quando si inizia una terapia del profondo e ripresentano quella scena, facendo affiorare un vissuto di vuoto e solitudine, spesso di morte. È un vissuto di cui è difficile parlare e che l’analista si guarda dall’interpretare, cercando invece di accoglierlo perché, riaffiorando alla coscienza in forma più compiuta, consenta alla donna di dare a quella esperienza distruttiva un significato autenticamente personale e non soltanto privato.
A partire dal senso di colpa che accomuna quei vissuti, anche in donne che poi hanno avuto dei figli, e dal suo riconoscimento, è spesso possibile un percorso di guarigione della psiche ferita. Per quanto riguarda invece il dolore degli uomini, le testimonianze sono più scarse (una sola, pur importante, anche in questo libro) , come se la questione dell’aborto riguardasse soltanto le donne.
Anche l’analisi teorica di tipo psicologico sulla responsabilità e i vissuti che riguardano i padri di fronte all’aborto è quasi del tutto assente dalla letteratura scientifica, almeno in Italia. Con l’unica eccezione di Claudio Risé che, nei suoi ultimi libri e interventi, sottolinea l’importanza cruciale che l’esperienza dell’aborto riveste per la psiche maschile e per la società nel suo insieme.