Jung antisemita? Un’accusa infondata

in “Reset”, marzo-aprile 2003, n. 76.

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Capita ancora oggi di leggere che Carl Gustav Jung, (psichiatra e psicologo svizzero vissuto tra il 1875 e il 1961) sarebbe stato antisemita e nei primi anni Trenta avrebbe addirittura simpatizzato per il nazismo. Anche Bruno Bettelheim in Scandalo in famiglia, (ripubblicato in premessa al libro di Aldo Carotenuto, Diario di una segreta simmetria, Tascabili Bompiani, 2000) discutendo il caso di Sabina Spielrein, afferma en passant che Jung, come reazione ad alcune aspettative di Freud , avrebbe sviluppato la sua psicoanalisi non-ebrea e sarebbe stato indotto, al momento opportuno, ad abbracciare alcune idee di Hitler.Queste accuse però, ad una analisi attenta, risultano infondate, smentite dagli scritti, dai comportamenti ed anche dalle testimonianze dei numerosi pazienti e collaboratori ebrei di Jung, tra cui basterebbe citare Aniela Jaffé, curatrice dell’autobiografia di Jung. (Ricordi, sogni, riflessioni di C.G. Jung, 1978, Rizzoli).