Angelo Reginato - Presentazione Curare l'anima a Milano 23/9/15

Angelo Reginato
Biblista e teologo protestante
Sintesi della presentazione di Curare l’anima. Psicologia dell’educazione (La Scuola ed. 2015)
di Claudio Risé e Paolo Ferliga
Libreria Claudiana
Milano 23-9-15

Il libro Curare l'anima, ha il pregio di affrontare la questione educativa su un orizzonte ampio, riandando alle grandi tradizioni del pensiero filosofico e religioso. E già questa prima mossa non è da poco, in un tempo in cui si affronta tutto all'insegna del problem solving; in cui anche le pubblicazioni pedagogiche si limitano ad offrire "istruzioni per l'uso", come se l'essere umano fosse un elettrodomestico da far funzionare con qualche astuzia tecnica. Per gli autori, invece, occorre passare dal sintomo al simbolo.

Tra le fonti a cui attingere, gli autori affrontano anche la Bibbia, la narrazione di riferimento per i credenti ebrei e cristiani ma anche il "grande codice" dell'Occidente, la cui conoscenza risulta necessaria a quanti intendono decifrare la ricca produzione culturale dei 20 secoli che abbiamo alle spalle. La Bibbia non si presenta solo come codice artistico e letterario, necessario per interpretare letteratura, pittura, scultura ecc; secondo la felice intenzione degli autori, essa è anche un grande codice pedagogico.

Quali indicazioni ci offre? Innanzitutto, ci propone una pluralità di percorsi, tanti quanti sono le narrazioni presenti nella biblioteca biblica. Una pluralità che indica un ascolto del proprio tempo, dei diversi interlocutori; che non semplifica ma abita le contraddizioni, in modo dialettico; che suggerisce una polifonia educativa. Lo stile della narrazione biblica è quello della ricerca. La Bibbia, infatti, è più il libro delle domande che delle risposte. Da quelle inziali: "dove sei? dov'è tuo fratello?", all'attesa di una realtà trasfigurata - il Regno di Dio, ovvero il mondo come Dio l'ha sognato - che suscita le domande dei discepoli di Gesù. Del resto, la Bibbia è un libro realistico, che non rimuove nessuna questione (come la violenza, che tanto disturba i lettori del testo sacro!). Per istruire alla sapienza di uno sguardo penetrante sull'esistenza, la Scrittura usa un linguaggio evocativo, poetico; mette in azione i simboli, elabora metafore: un linguaggio che ha una propria sapienza pedagogica. Ne sono un esempio tipico le parabole, che spingono a scavare oltre le apparenze e, nello stesso tempo, sanno aggirare le difese dell'interlocutore.

Anche il codice biblico è soggetto al conflitto delle interpretazioni. Le diverse confessioni cristiane hanno messo in luce alcuni aspetti di quella narrazione e ne hanno lasciato in ombra altri. La sfida ecumenica consiste nel superare la tentazione fondamentalista di sentirsi padroni della verità (i cristiani sono discepoli, non padroni della verità!), di battere la strada della "identità-contro". Facendo proprio lo stile dialogico delle Scritture, i lettori della Bibbia sono sollecitati ad attingere alla storia degli effetti di quel testo, che si presenta plurale. Curare l'anima, per quanto riguarda la Bibbia cristiana, attinge perlopiù alla tradizione cattolica e al suo ricco patrimonio simbolico. Sarebbe interessante far risuonare quelle narrazioni su altre casse di risonanza, così da mettere in luce ulteriori potenzialità del testo biblico, anche in chiave pedagogica.