Attenzione a Internet di Paolo Mombelli

Paolo Mombelli

Solitudine, problemi di identità, perdita di senso della realtà se si eccede e si usa male internet

Qualsiasi “oggetto” gli adulti porgono ai bambini e agli adolescenti si connota di qualità educative. Gesti,comportamenti,parole ,cibo,cure,libri,giochi. Tutto è educativo o diseducativo,fa parte della trasmissione di un modo di stare al mondo come persone che possiedono un mondo e ne vivono la ricchezza e i rischi. Come adulti quindi siamo “naturalmente” educatori. Riguardo al rapporto adolescenti-internet comincerei con il fornire pochi ma significativi dati.Nel Marzo 2008 durante la conferenza annuale dell’American Heart Association nella sessione dedicata agli adolescenti relativamente al focus su obesità,diabete e malattie cardiovascolari,sono stati forniti i seguenti dati statistici. Il 52% dei maschi e il 39% delle femmine trascorre mediamente 23 ore alla settimana davanti alla televisione;il 24% dei maschi e il 7% delle femmine trascorre mediamente 30 ore alla settimana navigando in internet;il 52% dei maschi e il 26% delle femmine trascorre mediamente 42 ore alla settimana davanti a vari “schermi”(in inglese questo tempo viene chiamato “total screen time”). Estrapolando questi dati ed utilizzandoli per una lettura antropologica e psicologica dell’impatto di internet sugli adolescenti,si nota come nella società americana mediamente gli adolescenti trascorrono 6 ore al giorno davanti ad uno schermo. In Italia non esistono al momento statistiche sullo stesso fenomeno,e verosimilmente le percentuali sono inferiori. Però la sociologia e la storia ci dicono che quello che avviene negli USA entro pochi anni tendenzialmente avviene anche in Europa,prima nei paesi anglosassoni e mitteleuropei e successivamente nei paesi mediterranei. Nella scuola italiana l’introduzione degli studenti all’utilizzo di internet è da alcuni anni prassi consolidata,fino dalla scuola elementare. Si chiama “media education”,ed è sostenuta dall’UNESCO e dal Consiglio Europeo. Si tratta sia di educazione intorno ai media che di educazione attraverso i media. La cultura mediatica sta imponendo profonde trasformazioni al nostro contesto socio-culturale,con importanti ripercussioni a livello psicologico,riguardanti specialmente bambini e adolescenti,che hanno una coscienza meno definita degli adulti e quindi più facilmente influenzabile. Accanto agli innegabili pregi che un corretto utilizzo di uno strumento come internet può offrire facendone un uso appropriato nella durata e nei contenuti,è sempre più frequente trovarne i dannosi difetti.I più pericolosi sul piano psicologico sono i seguenti. 1) La solitudine: internet spesso sottrae tempo alla relazione interpersonale,chiude l’individuo in una fascinazione della coscienza di tipo solipsistico ed estraniante. 2) I problemi di identità e di identificazione: nell’isolamento davanti allo schermo l’Io non si dice nel Tu,lo sguardo non incontra uno sguardo altro in cui proiettivamente rispecchiarsi e, ritirando la proiezione, diversificarsi e distinguersi. 3) La scomparsa del “territorio”: è l’effetto della globalizzazione mediatica,l’essere in qualunque luogo virtuale senza avere messo radici nel proprio territorio concreto ,che è nello stesso tempo terra sotto i piedi,”ground”,e spazio dell’anima,”soul”.Dalla gradualità dei passi,dalla fatica del camminare ,dal progressivo e lento mutare degli orizzonti nel corso del viaggio ,per cui il viandante si abitua ad accogliere il cambiamento e la novità,nel bene e nel male che portano con sé,all’istante-shock della geografia del click. 4) La perdita del “senso di realtà”: senza identità,senza oggetti “duri”,senza terra la realtà viene sostituita dalla virtualità. Come nella psicosi sul piano del sintomo,peggio e diversamente dalla psicosi sul piano dei contenuti. Nella psicosi infatti la realtà “esterna” viene sostituita dalla realtà “interiore”,come se l’inconscio “uscisse” dalla pelle. Vorrei concludere con un’ultima considerazione. Anche internet,come i videogiochi,la televisione,i telefonini. Anche i regali,come il cibo,i vestiti. Anche i viaggi,come le vacanze,la festa. Anche le droghe. C’è una voracità vorticosa di consumo nei bambini e negli adolescenti,oggi. Un oggetto non viene goduto come tale ma come garanzia di una modalità psicologica ed esistenziale per cui l’oggetto prelude agli oggetti che verranno dopo. L’insaziabilità. C’è un vuoto interiore da colmare?No,direi di no. C’è una ricchezza interiore che dobbiamo tornare a cercare. Come adulti,prima di tutto,”educatori”,oltre l’affanno di continuare,come Sisifo,a compiere inutili operazioni che introducono l’eterno ritorno all’identico,senza portare in nessuno dei tanti luoghi dell’anima.