Violata l'innocenza: contro il manifesto di Toscani

"Criminale" manifesto di Toscani

Su Donna Moderna oggi in edicola esce un manifesto di Toscani che criminalizza i nostri figli maschi e rende vittime le nostre figlie.

 

La violazione dell’innocenza infantile
Come uomo, come padre, come insegnante e come psicoanalista, non posso tacere di fronte al manifesto di Oliviero Toscani commissionato da Donna Moderna: su uno sfondo bianco compaiono, listati a lutto i nomi di due bambini, Mario e Anna, nudi, il maschio con la scritta carnefice e la femmina con la scritta vittima.
Come uomo, l’identificazione del maschio col carnefice mi richiama alla mente le campagne razziste che identificavano un intero gruppo, gli ebrei o i neri o le donne, come portatori del male. Oggi lo stesso destino sembra toccare ai maschi.
Come padre e come insegnante penso ai nostri figli e ai nostri alunni che dall’età prepubere all’adolescenza si stanno formando nella loro identità di genere. Penso alle difficoltà dei maschi, sempre più pressati dalle immagini della pubblicità e da una campagna di stampa che li indica come potenziali violentatori, e alle paure delle ragazze, a cui si dice che il maschio è per definizione violento e cattivo.
Come psicoterapeuta, sono preoccupato dagli effetti gravi che queste immagini possono avere sulla psiche dei bambini. Il messaggio che viene veicolato è infatti che tutti i maschi sono carnefici fin da bambini e che tutte le bambine sono vittime predestinate e, come ben sanno i pubblicitari, le immagini hanno un fortissimo impatto sulla psiche degli individui e ne condizionano i comportamenti. Attraverso meccanismi psicologici di identificazione i bambini che vedono quel manifesto si sentono davvero vittima e carnefice. Ciò può generare gravi disturbi nella sfera emotiva e cognitiva, in quanto l’immagine con cui si identificano entra in contraddizione con il loro vissuti reali. I maschi sentono che il loro genere li condanna alla criminalità e le femmine percepiscono che la loro vita sarà sempre a rischio: nell’incontro col maschio potrebbero anche morire. Si instaurano così nella psiche dei bambini dei fantasmi persecutori che suscitano sensi di colpa del tutto ingiustificati, da una parte e paure angoscianti, dall’altra. Questi fantasmi interiori possono creare stati di ansia, attacchi di panico, disturbi della sessualità e rendono comunque più difficile l’equilibrio psicologico.
Quel manifesto si configura come una vera e propria violazione dell’innocenza infantile che viene a ledere la possibilità di una serena identificazione col proprio genere sessuale, identificazione che si prepara fin dall’infanzia e che è indispensabile per uno sviluppo armonico e completo della personalità.
Nella logica cinica di chi ha progettato il manifesto e di chi lo pubblica il fine dovrebbe giustificare i mezzi. Criminalizziamo i maschietti per evitare che nuocciano, da grandi, alle donne. Ma come sempre accade nella logica totalitaria, che tende a fare di un gruppo sociale o di una razza o di un genere, il capro espiatorio, il mezzo si rende indipendente dal fine. Così ad essere criminalizzati e violati sono i bambini, maschi e femmine, colpiti nella loro innocenza. In una società come la nostra, giustamente preoccupata dalla pedofilia, mi augurerei che le persone dotate di buon senso e buona volontà non acquistassero mai giornali o settimanali che sfruttano a fini ideologici l’immagine dei bambini. Paolo Ferliga, Brescia 1 marzo 2008